sabato 19 settembre 2009

Live form Vasto (1) - Quel fresco profumo di libertà

Si respira un'aria libera.
Si respira un'aria di resistenza.
E' palpabile nell'aria un'esigenza di giustizia e legalità.

Appunti dal Dibattito su Giustizia e Sicurezza di oggi, ore 16.00 - Palazzo D'avalos - Vasto

Luigi De Magistris
Report sull'attività parlamentare europea, deleghe ottenute e credibilità riscossa a livello europeo del gruppo parlamentare di IDV (7 elementi) per l'attivismo.
Emblematica la domanda: "MA SIETE ITALIANI?"
C'è un rischio tangibile di sovvertimento del regime democratico.
Berlusconi si affretta a definire sovversive le procure che lo attaccano, parla di Bari, Milano e Palermo. Su Palermo poi il caso è particolare, visto che da nessun atto risulta che sia coinvolto in procedimenti giudiziari legati a "cosa nostra" ci si chiede CHI ABBIA VOLUTO METTERE IN GUARDIA accusando la procura di Palermo di cospirare contro di lui?
Avrà i suoi buoni motivi per essere allarmato...
Il progetto di Rinascita Democratica Piduista è praticamente realizzato, persino superato.
Di fronte all'avanzata di questo modello occorre far fronte comune e coinvolgere la società civile.

Sonia Alfano
Bisogno di legalità diffuso: dal cittadino investito dal pirata della strada fino al taglieggiato dalla mafia.
La società civile, i singoli cittadini hanno un ruolo e una responsabilità immensa.
Rimanere immobili e impotenti di fronte a questa deriva è colpevole.
Da singoli cittadini possiamo riempire le piazze e gridare la richiesta di giustizia motivandola con i fatti, con gli atti giudiziari pubblici, con le lenzuola che un tempo Palermo espose per denunciare la collusione tra stato e mafia all'indomani delle stragi di mafia.
Il ruolo della piazza è centrale e ciascuno di noi deve fare la propria parte anche rinunciando a parte della propria vita privata.
Il "berlusconi" non è il nemico numero uno, se dovesse essere destituito inizieranno altri problemi e se qualcuno lo destituisce è perchè non è più funzionale al progetto
Occorre scendere in piazza e rivendicare le proprie idee, i propri ideali

Gioacchino Genchi
Testimonianza di un ventennio di indagini.
Carriera messa al servizio dello Stato e schiaffeggiata dalle manipolazioni delle indagini, dall'ingerenza di servizi deviati e da apparati dello Stato che mettono a repentaglio anche la legittima esigenza di svolgere il proprio lavoro dignitosamente e lealmente.
La forza della verità deve travolgere il malaffare.
IDV è il riferimento, non politico, ma ideologico per tutta l'ITALIA ONESTA.
A prescindere dal credo politico e dallo schieramento c'è un'Italia fatta di persone per bene che guarda alla "gente di vasto" con speranza perchè sulle loro gambe cammina il desiderio di legalità e giustizia.

Salvatore Borsellino
La vicenda della strage che ha ucciso Paolo e la sua scorta nasconde verità ben più agghiaccianti.
"L'agenda rossa" sia il simbolo di una richiesta di giustizia.
La memoria del fratello morto ucciso non è un fatto personale ma una battaglia che dà senso allo Stato. Quello Stato rappresentato e amministrato proprio dagli assassini, dai mandanti occulti e dai delegati alle trattative con "cosa nostra".
La mafia oggi è nello Stato e ciascuno di noi sa quanto questo sia vero.
C'è una parte della società civile che non ci sta e che chiede con la propria voce ma soprattutto con la propria presenza in piazza e nelle manifestazioni giustizia per RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE.
Piangere non serve: "non ho versato una lacrima per la morte di mio fratello ma non smetterò di gridare la mia rabbia"
Sventola una fotocopia dell'agenda grigia in cui una delle voci dell'ultimo giorno di Paolo recita "ore 18.00 - MANCINO"...PERCHE'?
Dove è finita l'AGENDA ROSSA? Cosa nasconde e chi la custodisce?

La speranza, parafrasando Borsellino, è che da queste piazze salga quel "fresco profumo di libertà" e coinvolga le giovani generazioni motivandole e preparandole ad una "rivoluzione" culturale che sovverta il controllo delle mafie sulle nostre vite.
E' una speranza ma soprattutto un impegno.
E' il mio secondo incontro con Salvatore Borsellino, il primo risale a novembre.
Speriamo ce ne siano un terzo, un quarto e così via...

Qui si respira davvero un'aria diversa...e quasi quasi non voglio tornare a respirare l'aria del mio orticello (sempre parlando politicamente...si intende)

lunedì 7 settembre 2009

4° Incontro Nazionale IDV

La bella esperienza dell'anno scorso mi aveva indicato una direzione.
Grazie all'atmosfera libera e indipendente respirata a Vasto nel 2008 mi sono così convinto che un'alternativa c'è.

Un'alternativa ad un modello neoliberista ed egoista della gestione della cosa pubblica
Un'alternativa al dominio delle "mafie" negli affari e nella politica
Un'alternativa al controllo dell'informazione e al lavaggio del cervello della popolazione


L'anno trascorso da quel Settembre del 2008 ad oggi ha portato piacevoli novità, è vero, ma anche qualche ombra e qualche perplessità.

Non tutto quanto recepito, letto, ascoltato da parte dei vertici del partito si traduce, ahimè, in opere, iniziative e "comportamenti" a livello locale.
Ed è un gap di cui ho constatato l'ampiezza cozzando la testa come contro un muro di gomma.

Cito Pancho Pardi quando parla di organizzazione di partito:
"Un problema fondamentale che bisognerà affrontare nel prossimo futuro:
Ciò che viene pensato e indicato a livello centrale quasi mai si traduce e mette in pratica in periferia."
Uno scoglio.

Ma questo è un tema che se pur va trattato e (voglia il cielo) superato, non mi impedisce affatto di proseguire un percorso convinto in IDV per due fondamentali ragioni:

a) l'emergenza democratica è un dato di fatto e appartenere a questo partito mi permette di far fronte comune e RESISTERE

b) lo stato delle cose non può cambiare se non si prova a farlo dall'interno, mettendo a disposizione degli altri tutto quanto il proprio entusiasmo e la propria voglia di innovazione senza scendere a biechi compromessi; non è detto che ci si riesca (sarei un'illuso se ne avessi la certezza), ma non provarci equivale ad esserne complici.

Di certo c'è che sentir parlare Pancho Pardi, Orlando, Di Pietro, De Magistris, Li Gotti e gli altri serve a tener fermo dinanzi a me un obiettivo, a vedere l'alternativa: e già questo non è poco.

Per quanto riguarda, invece, le questioni locali e in particola chi oggi guida il partito, chi siede nei banchi delle amministrazioni materane e lucane, chi combatte per una poltrona a colpi di comunicati stampa, chi tenta di saltare sul carrozzon
e ipotizzando un successo alle prossime regionali...bè...questi dovranno confrontarsi con la realtà dei fatti e con i fatti dimostrare "l'appartenenza" o di fatto sarà "guerra", sempre nei limiti della civiltà e del rispetto, ma sarà "guerra".

Non si può combattere il clientelismo acquisendo pacchetti di voti (ossimoro assoluto)
Non si può innovare e predicare la meritocrazia spartendo le poltrone tra raccomandati, metodi Cencelli e trattative private e autoreferenziali.

Faccio parte di un gruppo di amici che guarda oltre questa
gente e questo modo di interpretare la politica.
Paghiamo uno scotto derivante, probabilmente, dal retaggio culturale e dall'egoismo.
Me ne sto sempre più convincendo.
Ma non mi arrendo così facilmente.

Noi saremo a Vasto perhè è quello il nostro modello di riferimento.
Noi saremo a Vasto perchè non abbiamo paura di metterci in discussione e di discutere di un modello innovativo e alternativo che scardini e sconfigga i "clientelismi", le "mafie" e le "dittature del pensiero unico".
Noi saremo a Vasto perchè, parafrasando Francesco, IDV SIAMO NOI.

L'obiettivo è delineato, noi ci saremo ed io metterò a disposizione il mio blog personale per divulgare ed esternare tutte le sensazioni positive e per dar conto di tutte le iniziative e i programmi di cui si discutera al 4° Incontro Nazionale di Vasto.

giovedì 3 settembre 2009

A 13 anni...

20 anni fa ne avevo 13

e 13 anni sono un'età particolare:

si gioisce e si soffre in maniera esagerata spesso ingiustificatamente (saranno gli ormoni? forse...)
si vive sognando
si ride per nulla
ci si infervora per questioni di principio ed esistenziali
ci si prende una cotta ad ogni piè sospinto
(o meglio: questi sono stati i miei 13 anni! oggi i 13enni non so in che mondo/modo vivono! vabbè...)

Di quel giorno di 20 anni fa, quel 3 settembre del 1989, ho un ricordo confuso:
un leggero mal di pancia, una lacrima solitaria.

Tifoso della Juventus sin da bambino vidi svanire in un attimo l'icona della mia juventinità.
Cancellato da una notizia letta dallo speaker del TG, svaniva nel nulla il "capitano" dei miei sogni, non solo della mia squadra del cuore.

Un uomo elegante sul campo e fuori, onesto, equilibrato, un signore oltre che un superbo calciatore.

Gaetano Scirea rappresentava per me la perfezione:

mi chiedevo (e ancora oggi non so darmi una risposta) come può un calciatore, un difensore per giunta e a quei livelli di professionismo, vantarsi di non essere mai stato espulso sul campo?

Quanti attaccanti più veloci di lui avrà dovuto fermare nella sua carriera?
Possibile che MAI sia entrato scordinato, fuori tempo?
Possibile che MAI abbia protestato per un rigore subito, per una gomitata ricevuta?

E' innaturale, è sovrannaturale, mi dicevo.

Sono passati 20 anni e di difensori con quelle caratteristiche, di uomini con quella tempra e umiltà ne ho visti davvero pochi, sui campi di calcio e fuori, e sempre meno nel calcio business dei nostri tempi.

A Scirea devo, probabilmente, la mia "educazione" sportiva.

A lui, quindi, nel giorno del ricordo della sua tragica scomparsa di vent'anni fa, va il mio ringraziamento.