martedì 21 dicembre 2010

Mi ritorni in mente

E' un periodo che mi nutro di ricordi.

La mia mente si abbandona autonomamente a viaggi a ritroso nel tempo, scava tra ricordi rimossi e ripesca sensazioni, profumi, rumori e immagini solo apparentemente dimenticati.

E' la volta del biliardo, mia grande passione, ahimè, pressochè abbandonata.


Inevitabilmente mi ritorna in mente "il testone", Gianfry, amico e maestro nelle fredde sere torinesi e compagno di interminabili sessioni di studio sul tavolo verde, spinti univocamente dalla voglia di scoprire i misteri dei calcoli tra i diamanti quasi fossimo cabalisti incalliti, degni personaggi del miglior romanzo di Eco.

Ore e ore a provare garuffe, sfaci, traversini, giri, due a mo' di tre, gironi, steole e raddrizzate.

Mi mancano tanto quei tempi.
Mi manca il rumore dei birilli che cadono in sequenza nel silenzio assoluto della sala semideserta.
Mi manca il calore del panno sotto la mia mano mentre con la mia fida stecca LM brandeggio mirando un punto preciso sulla sponda.
Mi manca il profumo del gessetto sfregato sul tacchetto in maniera automatica e involontaria mentre la mente elabora calcoli e studia soluzioni.

Son solo 9 birilli e 3 biglie, son solo due uomini con due stecche, son solo 5 luci che illuminano un tavolo di ardesia riscaldato e rivestito di panno verde...ma queste immagini racchiudono per me un'epoca e una sequenza di emozioni irripetibili.
Irripetibili perchè Gianfry non c'è più e perchè mai più ho cercato e trovato un compagno come lui con cui ripercorrere le stesse strade e vivere le stesse emozioni.

Ed eccolo lì, il suo sorriso beffardo: "testooooone", mi diceva, "non pensare a nulla se non a te, alla battuta e alla sbracciata se vuoi vincere contro di me...testooooone";
e me lo ripeteva con quell'accento torinese ogni volta (ed erano tante) che mi batteva inesorabilmente, trovando la messa più ostica nel momento più topico del nostro match.
Non era fortuna, era classe.
Mi stuzzicava e stimolava perchè era davvero un maestro per me, poteva insegnarmene decine e decine e lo faceva con altruismo, a differenza di tanti altri "falsi maestri", perchè io e lui studiavamo il biliardo, non giocavamo nè per i soldi nè per la gloria. Ci fermavamo a discutere e provare attacchi e uscite, diverse teorie per trovare la soluzione più efficace.
Era amicizia cementata dalla comune passione per il biliardo.

Ora la mia stecca è in cantina, sola soletta, smontata e riposta nel suo fodero.
Il mio guantino a tre dita, invece, è legato alla sua bara e ho voluto seppellirlo insieme a lui.

Mi manca il biliardo. Mi manca Torino. Mi manca Gianfry.

Gli avevo persino scritto due versi, volevo incitarlo a combattere.
So che l'ha fatto fino all'ultimo ma la malattia è stata più forte di lui e se l'è portato via.

Non so perchè Gianfry e il biliardo mi siano tornati in mente oggi.
La mente a volte percorre strade bizzarre e irrazionali.

La garuffa
La vita spesso ti presenta una messa centro-centro.
A quel punto, se vuoi venirne fuori e non tirare semplicemente a campare, hai una sola scelta.
Studia l’attacco sulla sponda lunga, calcola l’uscita sulla sponda corta, valuta l’effetto da imprimere alla tua palla e con tutta la tua concentrazione e scioltezza sbraccia…
È la magia della garuffa.
Puoi rimaner fuori di sfacio o offrire un facile traversino ma se ci metti tutto te stesso la messa centro-centro la fai tu, e tutta la pressione del mondo passa da te al resto del mondo. Ce la puoi fare, ce la devi fare, ce la farai!

Ciao Gianfry


venerdì 17 dicembre 2010

Metti, una sera a cena con Giulietto

In occasione del convegno organizzato da Matera Cambia! lo scorso 11 dicembre ho avuto la fortuna di ascoltare e dialogare personalmente con Giulietto Chiesa, soprattutto nel post convegno, comodamente seduti a tavola in un pub-ristorante di periferia.
La curiosità verso l’uomo e le battaglie che sta conducendo in questi anni mi ha portato a fargli le più svariate domande, a indagare nel suo passato, ad ascoltare incuriosito le sue esperienze per capirne il percorso formativo e meglio comprendere il suo attuale progetto.
Tra un sorriso allegro per un aneddoto di storia vissuta di là della cortina e un sorriso amaro per lo sgretolamento di una convinzione più o meno radicata in me, tra un piatto di patatine, una birra e due pennette al peperone crusco ho colto l’occasione per riconsiderare il mio approccio alla Politica.

Ho capito, innanzitutto, che per affrontare le sfide di questo periodo di transizione occorre rimuovere gli steccati ideologici, o meglio superarli pur non abiurando alcunché.
Semplicemente deve cambiare la prospettiva: in periodi di crisi non ci si può fossilizzare su posizioni che probabilmente hanno contribuito a creare la crisi stessa.
Occorre cambiare, evolvere e migliorarsi. Mettersi in discussione.
Sempre che la si voglia superare questa crisi e non lucrarci in maniera cinica e miope.

E così, tra mille riflessioni personali e decine di letture di documenti sparsi per la rete ho elaborato una serie di punti che ritengo utili per massimizzare il risultato del mio impegno politico.
Appunterò qui alcuni di questi “dogmi” (che dogmi non dovranno essere, non pretendo certo di avere in pugno la verità assoluta) di cui devo far tesoro, per meglio fissarli nella bacheca della mia esistenza:

a) non sono un consumatore ma un uomo, un essere pensante con gli stessi diritti e doveri di tutti e 6 i miliardi circa di abitanti di questa Terra

b) l’attuale modello socio-economico basato sulla crescita infinita e indefinita (economica, di produzione, di consumi, di consenso, di avidità etc. etc.) è destinato all’implosione per un semplicissimo motivo: non ce ne sarà per tutti! Non ce n’è già ora per tutti! La Terra è un sistema di risorse finito...quindi...

c) occorre fidarsi, affidarsi e collaborare con chi ha a cuore, quale obiettivo ultimo (se non unico) il bene comune: superare le differenze considerando la diversità un valore aggiunto. Tutti gli altri son nemici. Tutti gli altri son da combattere e battere sul terreno del confronto e della dialettica, sale di una democrazia con la D maiuscola, compresi tutti i partiti esistenti oggi nel panorama locale/nazionale (tanto per fare un esempio concreto di nemico)

d) bisogna ripartire studiando, elaborando e modificando abitudini e stili di vita essendo consapevoli che l’eventuale frutto di questa “rivoluzione” sarà per le prossime generazioni; occorre quindi essere altruisti nell’accezione più ampia del termine e non egoisti, impazienti e frettolosi nelle scelte;

e) qualsiasi forma di lotta politica, culturale e/o sociale non può prescindere dalla non violenza: la guerra è uno strumento di morte, sia essa commerciale o tradizionale o altro, quindi da ripudiare;

f) la verità non è né quella percepita né quella costruita nella propria mente né quella appresa dai media plasmati per lo più ad arte per la conservazione del sistema. Ogni circostanza va analizzata e verificata sfruttando tutti i mezzi a nostra disposizione per confutarla, primo fra tutti la libertà di pensiero e l’indipendenza in senso lato;

g) immaginare un futuro di pace e prosperità non può prescindere da una ridistribuzione delle risorse più equa e rispettosa delle singole individualità più che delle classi sociali o delle nazionalità etc.;

h) bisogna lavorare per superare gli attuali paradigmi di autoreferenzialità, professionismo della politica e di personalismo ed evolvere verso strumenti della rappresentanza democratica che facciano della condivisione, della trasparenza, dell’allargamento della partecipazione, dello sviluppo delle "comunità" e del "senso di comunità" gli strumenti che conducano, attraverso un responsabilizzazione collettiva, a decisioni solidali e quindi più giuste;

i) è fondamentale allargare la base di persone "a conoscenza dei fatti" e stimolarne la capacità critica senza voler imporre presuntuosamente la propria visione della vita; senza questo passaggio è riduttivo e inefficace studiare e ripetersi le cose nella cerchia ristretta del proprio gruppo/associazione locale, pur essendo indispensabile e irrinunciabile farlo. Bisogna, perciò, rompere il muro della disinformazione ma anche quello della "cultura dell’intrattenimento inconsapevole" attraverso eventi, gruppi di lettura, proiezioni di film documentario con annesse discussioni libere ed aperte a TUTTI, gazebo in piazza, sit-in e tutto quanto può servire ad avvicinare gente, a svegliare le coscienze;

j) La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la nostra Costituzione Repubblicana vanno difese in quanto fondamenta di un modello sostenibile di società civile e, quindi, considerarli testi guida imprescindibili nel percorso di transizione; bisogna battersi strenuamente per l’applicazione di questi principi in ogni contesto.

Per far questo occorre mettersi in trincea in prima persona:
sii il cambiamento che vuoi nel mondo” diceva Gandhi.

E occore fare squadra con tutti i soggetti che decidano di sposare questo progetto rivoluzionario dedicando del tempo prezioso da impiegare in attività concrete.
Per questo ringrazio Giulietto e le sue parole: perché mi ha trasmesso questa "senso di responsabilità".
Il futuro di questo pianeta dipende anche da me: se il mondo va a rotoli non è necessariamente e sempre colpa degli altri.

Umiltà, Lealtà, Altruismo, Lungimiranza e Solidarietà.

Mi sembrano essere questi i caratteri distintivi di questa proposta politica.
Questo vuol dire, per me, provare ad essere "uniti e diversi".

PS: nota a margine, a tratti satirica a tratti no...è stato un vero piacevole confrontarsi, sentirsi stimati e trovare punti d'incontro dialogando tra protokomunisti

Uniti e Diversi - www.unitiediversi.it
Blog di Giulietto Chiesa - Alternativa - www.giuliettochiesa.it
Badiale-Bontempelli - Bisogna Finire, Bisogna Cominciare

venerdì 3 dicembre 2010

Le Mie Collezioni

I sogni, si sa, sono l'appagamento di un desiderio represso, nascosto.
L'altra notte ero in giro per Torino, la "mia" Torino, per le vie del quadrilatero.
Ero affannato e giravo di negozio in negozio alla ricerca di...
NON ME LO RICORDO!
E già perchè mentre sognavo "qualcuno" mi ha svegliato al grido di "vai a controllare...non è che si è scoperta???" vabbè...non divago, anche perchè questa conversazione meriterebbe un post ad hoc!

La mattina, però, mi son trascinato dietro questo senso di incompletezza e fermandomi un attimo a pensare mi son reso conto che (forse forse) una seduta da una psicoanalista (meglio se carina e dalla voce sensuale :D) non mi farebbe male.

Perchè?
Vanno di moda le liste: Fazio e Saviano han fatto scuola e allora eccovi la mia lista da sottoporre alla bella psicologa:

Elenco delle "cose" che ho (tentato) di collezionare nella mia vita
(in ordine rigorosamente sparso, sconclusionato e confuso come si attiene allo stato d'animo attuale dello scrivente):

  • Modellini di automobili (per lo più Ferrari)
  • Tappi delle bottigliette di succo di frutta (per lo più quelli con le bandiere)
  • Scontrini fiscali del negozio di alimentari "Riccardi" (già da piccolo insistevo con la lotta all'evasione fiscale...)
  • Figurine (dei più svariati soggetti: calciatori, animali, cartoni animati etc etc)
  • Schede telefoniche
  • Banconote estere
  • Giornalini "Topolino"
  • Dylan Dog
  • Riviste Autosprint (per ogni vittoria di Schumacher)
  • Bottiglie di birra estere (vuote perchè bevute e testate tutte personalmente)
  • Bicchieri da birra (rigorosamente trafugati dai pub)
  • Sottobicchieri per bicchieri da birra
  • Lattine di coca cola
  • CD originali delle mie bands preferite
  • CPU (smontate dai miei computer e da quelli degli altri)
  • Figure di merda (unica collezione involontaria ma nutritissima e sempre aggiornata)
  • Maglie da calcio
  • Tagliandi di partite viste allo stadio
  • (ora non ricordo altro ma sono sicuro che qualcos'altro ci sarà...aggiorno via via che mi tornano in mente)
La maggior parte di queste "interessantissime" collezioni è andata dispersa...alcune giacciono nei garages dei parenti più prossimi...altre continuano ad esser considerate veri e propri trofei da portar con me nella tomba (devo ricordarmi di scriverlo nel testamento).
In realtà ignoro del tutto quale componente compulsiva/ossessiva della mia psiche influenzi questi comportamenti.
Di certo c'è che sono un fiume in piena e che l'ultima idea di collezione balenatami nella mente potrebbe tranquillamente portarmi alla rovina (economica).
E si perchè mi sto appassionando all'arte contemporanea...chissà...

Per questo, fantomatici amici lettori, se pensate che dietro questa mia attitudine vi sia un avvisaglia di pazzia avete due scelte:
a) mi fermate prima che sia troppo tardi
b) mi assecondate e qualora incontrandoci ne volessimo parlare lo facciate mostrando interesse

in entrambi i casi, quale sia la vostra scelta, sappiate che vi voglio bene!

firmato: un pazzo