In occasione del
convegno organizzato da Matera Cambia! lo scorso 11 dicembre ho avuto la fortuna di ascoltare e dialogare personalmente con Giulietto Chiesa, soprattutto nel post convegno, comodamente seduti a tavola in un pub-ristorante di periferia.
La curiosità verso l’uomo e le battaglie che sta conducendo in questi anni mi ha portato a fargli le più svariate domande, a indagare nel suo passato, ad ascoltare incuriosito le sue esperienze per capirne il percorso formativo e meglio comprendere il suo attuale progetto.
Tra un sorriso allegro per un aneddoto di storia vissuta di là della cortina e un sorriso amaro per lo sgretolamento di una convinzione più o meno radicata in me, tra un piatto di patatine, una birra e due pennette al peperone crusco ho colto l’occasione per riconsiderare il mio approccio alla Politica.
Ho capito, innanzitutto, che per affrontare le sfide di questo periodo di transizione occorre rimuovere gli steccati ideologici, o meglio superarli pur non abiurando alcunché.
Semplicemente deve cambiare la prospettiva: in periodi di crisi non ci si può fossilizzare su posizioni che probabilmente hanno contribuito a creare la crisi stessa.
Occorre cambiare, evolvere e migliorarsi. Mettersi in discussione.
Sempre che la si voglia superare questa crisi e non lucrarci in maniera cinica e miope.
E così, tra mille riflessioni personali e decine di letture di documenti sparsi per la rete ho elaborato una serie di punti che ritengo utili per massimizzare il risultato del mio impegno politico.
Appunterò qui alcuni di questi “dogmi” (che dogmi non dovranno essere, non pretendo certo di avere in pugno la verità assoluta) di cui devo far tesoro, per meglio fissarli nella bacheca della mia esistenza:
a) non sono un consumatore ma un uomo, un essere pensante con gli stessi diritti e doveri di tutti e 6 i miliardi circa di abitanti di questa Terra
b) l’attuale modello socio-economico basato sulla crescita infinita e indefinita (economica, di produzione, di consumi, di consenso, di avidità etc. etc.) è destinato all’implosione per un semplicissimo motivo: non ce ne sarà per tutti! Non ce n’è già ora per tutti! La Terra è un sistema di risorse finito...quindi...
c) occorre fidarsi, affidarsi e collaborare con chi ha a cuore, quale obiettivo ultimo (se non unico) il bene comune: superare le differenze considerando la diversità un valore aggiunto. Tutti gli altri son nemici. Tutti gli altri son da combattere e battere sul terreno del confronto e della dialettica, sale di una democrazia con la D maiuscola, compresi tutti i partiti esistenti oggi nel panorama locale/nazionale (tanto per fare un esempio concreto di nemico)
d) bisogna ripartire studiando, elaborando e modificando abitudini e stili di vita essendo consapevoli che l’eventuale frutto di questa “rivoluzione” sarà per le prossime generazioni; occorre quindi essere altruisti nell’accezione più ampia del termine e non egoisti, impazienti e frettolosi nelle scelte;
e) qualsiasi forma di lotta politica, culturale e/o sociale non può prescindere dalla non violenza: la guerra è uno strumento di morte, sia essa commerciale o tradizionale o altro, quindi da ripudiare;
f) la verità non è né quella percepita né quella costruita nella propria mente né quella appresa dai media plasmati per lo più ad arte per la conservazione del sistema. Ogni circostanza va analizzata e verificata sfruttando tutti i mezzi a nostra disposizione per confutarla, primo fra tutti la libertà di pensiero e l’indipendenza in senso lato;
g) immaginare un futuro di pace e prosperità non può prescindere da una ridistribuzione delle risorse più equa e rispettosa delle singole individualità più che delle classi sociali o delle nazionalità etc.;
h) bisogna lavorare per superare gli attuali paradigmi di autoreferenzialità, professionismo della politica e di personalismo ed evolvere verso strumenti della rappresentanza democratica che facciano della condivisione, della trasparenza, dell’allargamento della partecipazione, dello sviluppo delle "comunità" e del "senso di comunità" gli strumenti che conducano, attraverso un responsabilizzazione collettiva, a decisioni solidali e quindi più giuste;
i) è fondamentale allargare la base di persone "a conoscenza dei fatti" e stimolarne la capacità critica senza voler imporre presuntuosamente la propria visione della vita; senza questo passaggio è riduttivo e inefficace studiare e ripetersi le cose nella cerchia ristretta del proprio gruppo/associazione locale, pur essendo indispensabile e irrinunciabile farlo. Bisogna, perciò, rompere il muro della disinformazione ma anche quello della "cultura dell’intrattenimento inconsapevole" attraverso eventi, gruppi di lettura, proiezioni di film documentario con annesse discussioni libere ed aperte a TUTTI, gazebo in piazza, sit-in e tutto quanto può servire ad avvicinare gente, a svegliare le coscienze;
j) La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e la nostra Costituzione Repubblicana vanno difese in quanto fondamenta di un modello sostenibile di società civile e, quindi, considerarli testi guida imprescindibili nel percorso di transizione; bisogna battersi strenuamente per l’applicazione di questi principi in ogni contesto.
Per far questo occorre mettersi in trincea in prima persona:
“sii il cambiamento che vuoi nel mondo” diceva Gandhi.
E occore fare squadra con tutti i soggetti che decidano di sposare questo progetto rivoluzionario dedicando del tempo prezioso da impiegare in attività concrete.
Per questo ringrazio Giulietto e le sue parole: perché mi ha trasmesso questa "senso di responsabilità".
Il futuro di questo pianeta dipende anche da me: se il mondo va a rotoli non è necessariamente e sempre colpa degli altri.
Umiltà, Lealtà, Altruismo, Lungimiranza e Solidarietà.
Mi sembrano essere questi i caratteri distintivi di questa proposta politica.
Questo vuol dire, per me, provare ad essere "uniti e diversi".
PS: nota a margine, a tratti satirica a tratti no...è stato un vero piacevole confrontarsi, sentirsi stimati e trovare punti d'incontro dialogando tra protokomunisti