giovedì 21 gennaio 2010

Due giorni con Gherardo Colombo

Ho avuto modo di passare due giorni a stretto contatto con Gherardo Colombo.
E ho avuto l'onore e il privilegio di potergli rivolgere domande e carpire da lui sensazioni e indiscrezioni che alla luce della ribalta mediatica difficilmente verrebbero fuori.

Sono un uomo fortunato perchè ho incontrato un altro uomo che parla alle coscienze della gente scevro da strumentalizzazioni politiche e affaristiche.
Un vero profeta laico.
Ho vissuto come un privilegio il pranzare con lui, passeggiare con lui e ridere con lui.
(Mi ha persino aperto la portiera della macchina del buon Filippetti, bloccata per motivi di sicurezza, per permettermi di uscirvi...mai avrei immaginato potesse succedere.)
E ha, poi, siglato il mio taccuino, il mio fido moleskine (rosso), rendendolo unico e di inestimabile valore.
Esagero volutamente e scherzosamente, sia chiaro.


Ma, tornando seri, ha segnato la mia mente aprendomi a prospettive di pensiero e scenari che non avevo valutato in passato.
Colombo si è detto fermamente convinto che il nocciolo della questione sia il nostro "rapporto con le regole".
Ha lasciato la magistratura quando si è reso conto di "lavorare come un idraulico per riparare la perdita di acqua dal rubinetto quando il problema è a monte, alla chiave di arresto dell'impianto idrico".
E da lì ha iniziato un percorso tra la gente (soprattutto ragazzi in età scolare, dice di incontrarne 50.000 all'anno) per provare a comunicare con loro e trasmettere il suo modello ideale di società.
E scrive libri per usarli come strumento di comunicazione.
Teorizza un modello di società orizzontale.
Spesso si è sentito definire un utopico: a queste provocazioni ha risposto con esempi pratici di utopie che nella storia e nel tempo si sono realizzate, l'abolizione della schiavitù, il suffragio universale e così via.
E allora ha gettato, in un quadro desolante che ci vede discutere dei reati e delle sanzioni, delle regole e dei legislatori con "la pancia e non con la testa", un messaggio di speranza.
Se ponessimo al centro del nostro pensiero il rispetto assoluto per la nostra persona e per quelli che ci circondano vivremmo in una società davvero orizzontale in cui le distinzioni di ruoli e responsabilità sarebbero solo il frutto dell' organizzazione e non elemento di discriminazione o di dislivello sociale.
Vivremmo in un mondo più libero, lì dove per libertà intende opportunità di scelta e arbitrarietà, ma a cui deve corrispondere una responsabilità diretta sulla scelta stessa.

E' un passaggio fondamentale questo della responsabilità individuale.
Le regole devono dare pari opportunità ai soggetti che investono; se scritte e osservate secondo questi criteri danno l'opportunità di essere felici, conitibuiscono alla costruzione di un mondo più equo e mettono di fatto gli uomini e la loro dignità su uno stesso piano.
"Le persone sono dignità".
D'altronde la nostra Costituzione è stata concepita proprio in quest'ottica e su questi concetti fondamentali.

Gherardo Colombo dice di preferire il dialogo con i giovani rispetto a quello con gli adulti per un motivo essenziale: "i giovani sono più liberi, gli adulti rinunciano di fatto a porzioni della propria libertà dovendo ammettere e giustificare scelte (magari difficili e sofferte) fatte nel loro passato scambiando, di fatto, il bene con il non bene".
Colombo ha anche parlato del ruolo della "sanzione", del falso mito della certezza della pena, della recidività (68% è un dato agghiacciante), della mediazione penale (modello scandinavo), della disorganizzazione della macchina della giustizia e della mistificazione della realtà (non si conoscono le sentenze dei processi perchè non si leggono ma si discute sul giudizio).
In tutto questo, però, ha sempre sottolineato come un modello di giustizia sociale e orizzontale non possa che passare attraverso la "fiducia", reciproca ma critica, nelle persone e nelle regole, reciproca ma critica, lo ripeto.
Ditemi voi se uno che parla in questo modo alla gente non vi ricorda qualcun altro vissuto un bel pò di secoli addietro.
E ditemi voi cosa ci costa sognare che un giorno tutto questo si possa concreatare e realizzare nella nostra società arrivista e verticale, oggi.
Dicevano che i neri d'America fossero buoni solo per i campi di cotone...oggi uno di loro è Presidente degli USA.
Ci sarebbe da scrivere e da discutere per giorni e giorni ma mi fermo qui.
Invito solo alla lettura di due dei suoi libri: "Sulle regole" e "Sei stato tu?".
E in ultimo, ma non in ordine di importanza, ringrazio tutti i miei amici associati del Circolo Gino Giugni e di Slow Food per la riuscita delle iniziative ed in particolare Francesco Filippetti per essere riuscito a portare a Matera Gherardo Colombo invitandolo un anno e mezzo fa...quando ci sedevamo intorno ad un tavolo per costruire Rinascita Civile.

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