martedì 16 marzo 2010

La bolla speculativa edilizia a Matera

Uno dei temi più scottanti della campagna elettorale in corso è senza dubbio la questione urbanistica.
Gioia e dolore per tanti politici e imprenditori materani (e non), ad ogni tornata elettorale ci si trova a confrontarsi (?) su questo tema e fioccano le più bizzarre ipotesi e teorie mirate a:
a) addebitarsi vicendevolmente le responsabilità per un'urbanizzazione selvaggia sotto gli occhi di tutti
b) pianificare nuovi interventi INDISPENSABILI per dar vigore al settore e creare occupazione

Questo il teatrino...spettacolo indecente sulle sorti di una comunità che ha mille altri problemi irrisolti e ugualmente rilevanti.

Ma qualcuno si è mai chiesto cosa giova più alla collettività (nel suo insieme) anzichè vedere il tutto da un unico punto di vista (quello dei costruttori/speculatori)?

Ad oggi la situazione è sotto gli occhi di tutti ma sarebbe verificabile scientificamente (basterebbe una seria indagine conoscitiva sulla capacità abitativa e sugli abitanti della città):
c'è un surplus di immobili costruiti negli anni passati (negli ultimi 20) attualmente invenduti e sfitti e il prezzo degli immobili nuovi (e conseguentemente anche degli altri) è alto e insostenibile per la stragrande maggioranza di materani, costretti spesso a ricorrere a mutui trentennali per acquistare immobili modesti.

Ma tutto questo a chi o a cosa è imputabile?

Il mio personale parere?
Alle GRANDI IMPRESE COSTRUTTRICI (e speculatrici edilizie), le stesse che oggi caldeggiano politiche di ripresa per il settore sostendendo (magari) persino le campagne elettorali di alcuni candidati sindaci (direttamente o indirettamente)

E già perchè è inutile nascondersi dietro un dito, io non sarò un esperto del settore ma nella mia mente è chiaro un teorema:

- io impresa ottengo (in che modo? tralasciamo...) l'autorizzazione a costruire unità abitative: BENE (fatta salva la pregiudiziale dubitativa sui metodi)
- io impresa costruisco investendo del denaro: BENE
- io impresa dò lavoro e impulso alle attività imprenditoriali collegate: BENE
- io impresa vendo gli appartamenti, faccio utile, su quest'utile pago le tasse, e con quell'utile reinvesto: BENE, SI...MA NEI SOGNI!

ecco il punto debole della catena che ci mette tutti inevitabilmente su un piano inclinato

io vedo che oggi l'impresa NON VENDE TUTTI GLI APPARTAMENTI che ha costruito VOLUTAMENTE e da ciò ne consegue che:
a) il prezzo degli immobili è tenuto artificiosamente alto (banalissima legge della domanda e dell'offerta)
b) il non-utile derivante da questa non-vendita si trasforma magicamente in immobilizzazione di capitale (un costruttore ci dirà sempre che l'investimento immobiliare è il più affidabile...perchè non dovrebbe scegliere questa forma di investimento per i suoi soldi?)
c) le tasse su quest'utile mai realizzato non vengono pagate
d) l'assenza di utile non porta a nessun altro investimento (se non quello "immobiliare" del costruttore stesso)

chi ci ha guadagnato alla fine del giro? chi ci ha perso? che fine faremo come città?
Traete voi le vostre conclusioni!

Ma se si è su questo piano inclinato è anche per colpa di una politica che si vende e si piega a questa logica anzichè immaginare e realizzare un'alternativa.

La politica, i partiti, ma NON MATERA CAMBIA!
La nostra proposta, fattibile e credibile, è l'EDILIZIA COMUNALE (previo accertamento dell'effettiva capacità abitativa e valutate le ipotesi di sviluppo della città).
In cosa consiste?

Il comune si rilascia concessioni edilizie per i suoli già in suo possesso e fa costruire alle imprese sane (mediante gara d'appalto) civili abitazioni rispettando determinati standard costruttivi (penso ad esempio alla certificazione energetica ma anche all'architettura) spendendo circa 700 euro a metro quadro e rivendendo le stesse case ad un prezzo di circa 1400-1500 euro al mq.
E questa sarebbe la risposta a tanti aspetti della questione: gli effetti?

a) calmiererebbe il mercato dei prezzi di tutte le case (non solo di quelle comunali)
b) farebbe lavorare le imprese (soprattutto le piccole e medie) e tutto l'indotto
c) contribuirebbe, attraverso le gare di progettazione, a ridare decoro urbano e costruire storia
d) spezzerebbe l'atavico legame (leggete pure corruzione) tra un ceto politico e le maggiori imprese costruttrici materane e pugliesi
e) garantirebbe al Comune un introito e un gettito di cassa impiegabile per il potenziamento dei servizi sociali e per gli investimenti sugli altri settori strategici (fonti energetiche rinnovabili, turismo e marketing territoriale, impulso al settore agro alimentare locale, miglioramento della qualità della vita)

Una proposta concreta per una rivoluzione civile!

Questo è il movimento politico MATERA CAMBIA!

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