giovedì 17 giugno 2010

A casa mia!


Mi son seduto alla panchina della villa comunale e non ho potuto non ascoltare la chiacchierata della panchina accanto:


P'tricc: "certo che non si capisce più niente, hai visto quanti extracomunitari ci sono a Matera!"

Stacchicc: "eh...mò tra badanti e cinesi non si capisce più niente...prima almeno erano solo i marocchini"

P'tricc: "questi ci fregano il lavoro e vengono pure a chiedere i diritti in casa nostra"

Stacchicc: "io li rimanderei tutti a casa loro altro che case popolari, diritto di voto, pensione, assistenza sanitaria"

P'tricc: "questi mandano in rovina la nostra Italia e i nostri figli muoiono di fame"

Stacchicc: "non ce n'è per noi che siamo italiani figuriamoci se ci dobbiamo preoccupare di loro"

P'tricc: "e i polentoni che vogliono che le loro tasse non vadano anche a noi meridionali?"

Stacchicc: "ah...l’ho sentito! Incredibile! Sai che ti dico? noi siamo meridionali, che si stacchino pure, dividiamo l'Italia, tanto la nostra casa è il Sud"

P'tricc: “Iè ragion! Ma i campani, i pugliesi e i calabresi lasciamoli perdere: quelli sono tutti camorristi e delinquenti...meno male che siamo lucani, la lucania ai lucani, l’isola felice.

Abbiamo tutto: il sole, il mare, il petrolio, mi dici tu che abbiamo da elemosinare? ce la facciamo da soli!"

Stacchicc: "si è vero, però basta con queste ingerenze di Potenza su Matera, non se ne può più...io sono materano e non voglio che i potentini decidano per me."

P'tricc: "hai proprio ragione! stacchiamoci da Potenza! Questi pensano che noi siamo lucani di serie B, ‘sti montagnuoli"

Stacchicc: "Io già mi arrabbio perchè ho un sindaco di Ferrandina, figurati se mi faccio mettere i piedi in testa dai potentini!"

P'tricc: "infatti siamo proprio stupidi, non ne stavano materani per fare il sindaco, no? io sono materano materano proprio, possibile che debbano venire da fuori in casa mia a comandare?"

Stacchicc: "Non ne parliamo proprio, che ne sa quello dei problemi di Matera e dei nostri rioni. Niente! Poi arriva e decide cosa fare e stravolgere nei nostri rioni: basta! Io sono di Bottiglione e a Bottiglione decidiamo noi cosa fare. Questa è casa nostra... che ne sa lui che viene “dalla palazza”?"

P'tricc: "Infatti! Ben detto, ognuno deve decidere in casa sua: di questo passo dove andremo a finire?"

Stacchicc: "E ma sai che c'è? Mi hanno veramente stancato: comandano e decidono tutto loro che sono di fuori. Io ho deciso: me ne vado a casa, quella che ho strapagato con il sudore del mio lavoro, e lì ci rimango! E comando in casa mia! E non accetto che nessuno metta il becco in casa mia!

Ptricc: “Si, magari! Perché a te non vengono a rompere i tuoi genitori e i tuoi suoceri? Il divano qua non va bene, questa parete la devi fare bianca, devi far aggiustare la caldaia…già solo che li vedo mi innervosisco”

Stacchicc: “No no, forse non hai capito! In casa mia comando io! E se mi fanno arrabbiare non apro nemmeno la porta ai parenti! Anzi, farò proprio cosi: da domani io rimango chiuso in casa mia e vedrai che non avrò più problemi da questi extradomiciliari!

P'tricc: "Ben detto, sciam'ninn...ognuno a casa sua! E v’dimm! Ci sentiamo!"

E fu così che questi due uomini, i miei vicini di panchina, tornarono a casa con il petto gonfio e vissero per il resto dei loro giorni a difendere il fortino.

Io, invece, alzandomi da quella panchina con il sorriso sulle labbra, ho deciso di continuare a vivere all’aria aperta, di respirare a pieni polmoni e immaginare una città diversa, aperta al cambiamento e capitale della cultura del rispetto, promotrice di politiche dell’accoglienza e della solidarietà.

La mia casa è il mondo intero, la mia gente non ha razza. Non ho fortini in cui arroccarmi.

Voglio lasciarmi contaminare, voglio condividere le mie idee con gli altri, voglio parlare tanto con gli extracomunitari quanto con i comunitari. Parlare e ascoltare, imparare e aiutare.

Così sarò sicuramente più ricco (e non parlo di soldi) e in pace con me stesso e con gli altri (TUTTI!).


Questo è il mio articolo pubblicato sul Numero 1 del mensile MATERA CAMBIA.

Il mensile in pdf è disponibile anche sul sito www.materacambia.it e sul sito www.circologiugni.it


venerdì 11 giugno 2010

Fifa World Cup 2010



Oggi inizia il Mondiale di Calcio 2010.
Sulla nostra nazionale si scatenano, come sempre, mille critiche, spesso sterili ed ingiustificate.
Come al solito però, le esasperazioni non mi appassionano.
Preferisco sperare di poter godere di uno spettacolo decente, di belle emozioni e di pagine di sport memorabili (non necessariamente legate ai nostri colori).
Riprendendo un post di Ataru sul blog di HB ho deciso di cimentarmi anche io nel pronostico sul mondiale.
Il risultato delle mie elucubrazioni è che l'Italia esce per mano della Spagna ai quarti di finale e che la stessa Spagna sconfigge in semifinale l'Argentina e in finale il Brasile.
Vedremo...


Nel frattempo...che lo spettacolo inizi...sotto con le vuvuzele...per la gioia dei nostri timpani ;)



lunedì 7 giugno 2010

iPad e didattica digitale

Fantasticando e farneticando di progresso e tecnologia a tavola mi son trovato a discutere con mia madre (maestra di scuola elementare) sul
ruolo e la sfida futuristica dell'abbandono del supporto cartaceo anche nell'ambito didattico e scolastico.
Ovviamente ho trovato un muro fatto di diffidenza, di tradizione, di metodi consolidati (anche se efficaci, non è questo il punto).
La sfida appare un miraggio: sostituire libri, quaderni, lavagne, cartelle con un solo supporto tecnologico, quello che oggi potrebbe essere l'iPad ma domani chissà.
Io invece ci credo. E mi auguro che mia figlia possa godere di un potente strumento di calcolo per migliorare se stessa nei processi di apprendimento.
Non penso affatto ad una didattica digitale nel senso di facilitata ma soprattutto ad applicazioni studiate ad hoc per coinvolgere, interessare e stimolare il desiderio di conoscenza sfrtuttando ipertestualità, multimedialità e interattività.


Tutte cose praticamente impossibili oggi in una scuola basata sul trinomio quaderno - libro - lavagna.




Il tutto ovviamente curato da pedagogisti, esperti di formazione per l'infanzia, logopedisti, educatori.
Agli informatici sarebbe destinato unicamente il ruolo di tradurre in applicazioni gli indirizzi progettuali recepiti da questi.
E lì purtroppo cascherebbe l'asino visto che ad oggi, da quello che mi risulta, i corsi di laurea che preparano le figure succitate trascurano il ruolo della tecnologia mortificando di fatto i progetti futuristici da me ipotizzati.

Come dire: i nostri bimbi sono recettivi e pronti ad affrontare l'apprendimento digitale ma non lo sono (e non lo saranno per almeno un'altra generazione) i maestri.

E pensare che l'università dovrebbe essere l'avanguardia e lo strumento per spostare la frontiera della conoscenza...basti pensare che un docente universitario di disegno impone il disegno delle tavole a mano nell'era del computer e dei cad...ho detto tutto.

Io continuo a pensare e sperare che mia figlia possa andare a scuola con il solo iPad sotto il braccio, che possa leggere e sfogliare libri su di esso, sottolineare ed appuntare le cose importanti digitalmente, fruire di applicazioni multimediali ed interattive per l'apprendimento, condividere le proprie esperienze connettendosi alla rete della classe, agli amici e ai maestri, assaporare il gusto di scoprire il mondo divertendosi, apprendere e studiare digitalmente, accedere a biblioteche e teche digitali pressocchè infinite.

E, perchè no, che possa farlo salvaguardando la schiena (pensiamo alla querelle sugli zaini pesanti) e le tasche dei genitori costretti a pagare decine di euro a libro pagando di
fatto più i costi di stampa e distribuzione che i legittimi diritti d'autore.

Io ci credo. Ma sono il solito visionario?