martedì 27 ottobre 2009

Il nocciolo della questione

Sembrerebbe quasi che sia una questione personale, che si percepisca l'ingresso di chiccessia nel partito come una limitazione degli spazi di visibilità e di azione degli altri.
Ma non è così.
La questione è politica oltre che strategica.

Politica perchè un partito che fa della coerenza, del rispetto delle regole, della legalità, dell'etica, della meritocrazia i propri elementi distintivi sicuramente poco ha da spartire con chi ha rappresentato e costruito un modello clientelare di gestione del potere (per non parlare del trasformismo).

Strategica perchè, pur essendo possibile una metabolizzazione e un confronto (anche duro) sui temi e sulle idee, un'apertura del partito a questa categoria di personaggi macchia inesorabilmente la fedina del movimento, minando profondamente alla base il progetto di "rivoluzione democratica ed etica" del paese.

Ci si offre allo schiaffo delle opposizioni pronte ad additare incoerenza e convenienze di turno e in più si perde appeal nei confronti di soggetti liberi e puri, slegati da catene clientelari e, a loro modo, ideologicamente ed utopicamente convinti che ci sia spazio per le persone oneste.

Per rivoluzionare un paese e scardinare un sistema così fortemente condizionato da affarismi e ingiustizie occorrerebbe far fronte comune, coinvolgere e mobilitare la gente: con che credibilità ci rivolgeremo alla gente per chiedere di schierarsi per una battaglia civile e democratica?

Davvero non capisco come si possa essere così miopi da non leggere la situazione per quella che è:
il partito ha raggiunto un risultato considerevole alle scorse elezioni Europee (il dato politico meno soggetto alle logiche clientelari) grazie a candidature e programmi pressochè inattaccabili e di grande profilo etico e morale.
Questo risultato ha confermato, anzi ha svelato, ai miei occhi, che c'è un tessuto sociale di persone per le quali le battaglie politiche hanno un senso, un significato profondo, non di facciata o di spicciola convenienza.
Noi dovremmo cogliere quel segnale e lavorare per mettere la politica nella condizione di non poter corrompere e comprare il consenso, restituendole il suo ruolo originale.
Il cittadino deve poter votare per un programma e un'idea di Città, Provincia, Regione e Stato, non per un bieco tornaconto personale.
Se così fosse, a prescindere da come ciascuno di noi voti, avremmo sicuramente una società migliore.

Perchè non far tesoro di questa dote e battere questa strada?

Se davvero si avverte un rischio per la nostra democrazia perchè non "arruolare" (e non necessariamente "tesserare") i cittadini sensibili a questo richiamo?

L'emergenza democratica è il motivo valido per cui lottare o stiamo semplicemente cavalcando il momento per assestarci nel sistema colluso/corrotto (consolidandolo di fatto)?

Se poi l'obiettivo è aumentare la rappresentanza "a prescindere", queste manovre politiche sarebbero anche appropriate, da grandi strateghi della vecchia politica.
Ma se così è si sappia che questa non è la mia politica.
E chiunque dotato di un minimo di senso critico potrà convenire con me che questa è sicuramente una posizione antitetica al manifesto dei valori del partito stesso.
Il manifesto dei valori a cui ci ispiriamo ci carica, infatti, di una responsabilità assai più grande e ingombrante di quanto lo sia per partiti e associazioni che non hanno nemmeno affrontato i temi questione morale e meritocrazia.
E allora ce ne vogliamo far carico o dobbiamo sventolare statuti, invocare leggi costituzionali e moralizzare a convenienza?

Perchè continuiamo a pensare al singolo consigliere regionale in più (frutto magari di uno scarto di voti in più raccimolato promettendo come sempre) o al listino regionale (che aborro!) quando dovremmo occuparci di programmi e trasparenza nelle istituzioni, costruendo "L'alternativa di Governo" di cui il buon Di Pietro parla in tv e alla gente.

Continuiamo a ragionare a breve termine e ci staremo precludendo qualsiasi speranza per il futuro.

Magari concluderemo qualche affare e avremo sistemato qualche persona in più ...ma a che prezzo?
Diciamocelo onestamente e ora: conta più la politica o la poltrona/affare?
Lavoriamo per "gestire" il potere o per "usarlo" nell'interesse collettivo?
E' meglio un uovo oggi (solo per alcuni) o sperare nella gallina domani (per tutti indistintamente)?

Troppe domande eh!
...mi consiglieranno di tacere per ragioni di Stato?

domenica 25 ottobre 2009

Di ritorno da L'Aquila

Appunti dalla mia seconda esperienza nelle zone terremotate

Poco è cambiato, troppo poco, direi.
E' vero, arrivando a L'Aquila si nota subito lo sfavillio delle case appena ultimate e consegnate.
Se mi avessero catapultato sulla Terra e non conoscessi i fatti l'avrei quasi scambiato per un luna park. E invece sono i 400 appartamenti realizzati e consegnati da poco, illuminati a giorno per "mostrarli" al mondo più che per necessità.

Per il resto tende ancora sparse qua e là esattamente come 3 mesi fa.
Il freddo la fa da protagonista.
Alla consueta escursione termica a cui ero preparato psicologicamente si sono aggiunte la neve e il ghiaccio mattutino.
Non deve essere affatto facile per le popolazioni colpite da questa disgrazia.

Mi sono fermato a scambiare due parole con gli ultimi abitanti del campo base di Barisciano, a pochi metri dal campo dei Vigili del Fuoco: un simpatico anziano mi ha invitato nella sua tenda blu. Ormai vuota, con una brandina in un angolo e la stufetta elettrica vicino. Mi ha detto che è rimasto solo, la famiglia che stava con lui ha avuto un appartamento in affitto, lui aspetta di sapere se la sua casa sarà buttata giù o meno e mi ha spiegato che per difendersi dal freddo si è confinato in un angolo per non disperdere il calore. Sorride, ce la farà, mi dice, ha indosso un cappotto appoggiato sulle spalle ma gira in manichine. E' un uomo forte, si vede! Non oso nemmeno chiedergli cosa ha passato quella notte. Sorride e già questo ne fa un eroe ai miei occhi.

I Vigili del Fuoco e la protezione civile?
Ridotti nel numero sicuramente, ma comunque presenti.
E a chiacchierare nel campo base dove ho prestato servizio pare che la presenza dei Vigili sia ormai più che altro "istituzionale".
Un segno di presenza dello Stato più che una effettiva opera di sostegno alle popolazioni.

I puntellamenti sono ormai fatti, le ordinanze di demolizione tardano ad arrivare.
Si procede a fare prevalentemente lavori di copertura di tetti lesionati e sfondati e qualche recupero di beni per gli immobili in procinto di essere buttati giù.

Sorge a tutti il dubbio sulla immensità della spesa pubblica per la proiezione di un'immagine:
lo Stato c'è...

...mah...

...forse gli stessi soldi possono essere impiegati meglio, forse non è più il caso di mantenere un apparato così imponente in quelle zone, forse è il caso che la politica lasci il posto ai "manovali"

La drammaticità, guardando per un attimo avanti e non alle tragedie passate, è nella tristezza che si percepisce attraversando la zona rossa del centro de L'Aquila città.

Immutata a sei mesi dal sisma, transennata e presidiata dallo Stato, immobile e in ginocchio.

Un centro che era (e si spera debba tornare ad esserlo) il cuore pulsante di un'economia basata sull'Università (dislocata in periferia e in calo vistoso di iscrizioni), sugli studenti, sulle cartolibrerie, sui negozi e sui locali.
Tutto fermo.

La ricaduta di questo brusco stop, sia pur immaginando una città riconsegnata agli aquilani già domani mattina, sarà negativa e porrà seri interrogativi sull'effettiva rinascita a medio termine.
Tornare a passeggiare sotto i portici potrebbe non significare affatto tornare a vivere.

Mi è capitato tra le mani un giornalino locale, un'edizione quindicinale.
Il titolo di uno degli articoli era:
"Vivevo in un paradiso e non me ne rendevo conto."

Mi sono fermato a riflettere e chiudendo gli occhi ho pensato e goduto del paradiso in cui vivo io...e subito dopo mi sono vergognato per questo istinto egoista.

Su un mezzo vecchio e malandato (come la maggior parte del parco mezzi dei bistrattati pompieri) ma di grande supporto all'attività dei Vigili del Fuoco di Matera è attaccato un manifestino che recita così:

Rialzati L'Aquila!

E speriamo che i riflettori non si accendano solo quando arriva sua maestà il Berlusca o sua eminenza Bertolaso.

mercoledì 21 ottobre 2009

L'unica strada possibile

Ormai un pò sto imparando a conoscere me stesso e l'ambiente in cui sto provando a muovermi.
Tra proposte di bocconi amari, filosofiche illusioni, incazzature vere e simulate, articoli di denuncia e paventate querele, ho finalmente intravisto una via, una strategia comune, un modo operativo per continuare a lottare per rivendicare un ruolo e un'appartenenza.

Il percorso è iniziato, sarà duro e tortuoso ma l'aver vicino gli amici di sempre è IL motivo per cui so che val la pena combattere questa battaglia.

Ma non c'è "Rosa" senza spina: il clientelismo è un male duro da sconfiggere e l'arrivismo non è un male minore.

Il partito, I partiti e LE istituzioni non sono proprietà esclusiva di questo o quel capo bastione, devono essere di chi ne condivide i valori fondanti e fattivamente dimostra di essere coerente.

I problemi, come la polvere, non si nascondono sotto il tappeto ma si affrontano a viso aperto.

Sicuramente sarebbe tutto molto meno duro se ciascuno di noi, forte della propria libertà di pensiero e moralità decidesse di fare rete e lavorare attivamente.

Esattamente come ha fatto Mimmo, un amico ma soprattutto un uomo che ha dimostrato con i
fatti, e non solo a parole, da che parte sta.
Senza compromessi. Alla faccia di chi dice che l'occasione fa l'uomo ladro!

Oggi inizia un nuovo percorso, abbiamo messo insieme 23 persone, 23 tra uomini e donne consapevoli che non può piovere per sempre.
E allora sotto a lavorare, con tutto l'entusiasmo e la determinazione possibile.

Il mio auspicio è che i 23 diventino 50, poi 100, poi 1000 e che magari non ci sia più bisogno di confinarsi in un circolo o in un partito per parlare di rispetto delle regole e onestà, oltre che di prospettive e programmi.

Significherebbe aver sconfitto le mafie e i clientelismi...ma forse qui sto sognando un pò troppo.

Tra i 23, comunque, mi è d'obbligo ringraziare in particolare Francesco, Domenico, Gianfranco e Gianni senza i quali NULLA sarebbe potuto incominciare.

Solo il tempo dirà se riusciremo a cavare un ragno dal buco o se rimarremo avvitati a discutere del sesso degli angeli.

Di certo c'è che dimostreremo a noi stessi prima e al resto del mondo, poi, che l'etichetta non si appiccica sulla giacchetta se non la si merita.

In bocca al lupo amici!

Che IDV siamo noi
("siamo" congiuntivo... sinonimo di auspicio e di speranza)

mercoledì 7 ottobre 2009

Buccico al capolinea

Il Sindaco di Matera, l'avv. Buccico, si è dimesso.
Io mi compiaccio per questo gesto di coerenza da parte dell'ormai ex Sindaco e leggo le sue dimissioni come un gesto di onestà intellettuale.
La coerenza è nell'aver riconosciuto che di politca e di programmi non vi è più traccia (se mai ce n'è stata) ed è giusto che il carrozzone si fermi.

Il gesto però non lo esime dalla critica per un progetto politico (nato monco e morto incompiuto) che pure ha sbandierato ai quattro venti (deridendo, per altro, gli avversari politici e le minoranze).

Buccico paga il prezzo di una maggioranza nata sulla carta in seguito a compromessi che di politico avevano ben poco.
La triplice alleanza, il patto per Matera nascondevano tornaconti e spartizioni che un uomo esperto e colto come il sig. Buccico non poteva far finta di non aver letto.

A mio avviso non sono stati anni di buon governo.

Mi fa sorridere leggere attestazioni di merito (e di rimpianto) nei riguardi di un'amministrazione che ha:

a) provveduto ad aumentare le tasse (contravvenendo tra l'altro alle linee programmatiche del partito nazionale a cui dice di far riferimento)

b) posto in essere "privatizzazioni" di servizi pubblici (senza alcun motivo d'urgenza o impellenza economica) anche attraverso l'abuso di un "falso" project financing (la questione cimiteriale docet, ma anche la questione "parcheggi" è emblematica)

c) aprire i Sassi al traffico rendendoli il primo parcheggio a cielo aperto annoverabile tra i Patrimoni dell'Unesco

d) programmare la costruzione di inceneritori per venire incontro a lobby e potentati amici (il convengo organizzato dal Lions Club è storia ormai) quale soluzione miope e scarsamente lungimirante al problema dello smaltimento dei rifiuti

e) modificare i regolamenti per l'assegnazione dei locali nei Sassi in modo da procedere a concessioni ad personam

f) limitare e via via eliminare le voci di dissenso interne alla propria maggioranza denigrando ed intimidendo

g) nominare assessori personaggi alquanto pittoreschi di cui è più facile ricordare le gaffes piuttosto che la competenza e le iniziative concrete

h) operare un repulisti sommario e su base ideologica per sostituire, e non eliminare, posizioni di privilegio precedentemente acquisite (che non giustifico, sia chiaro); come a dire: lo "spoil system" non ha colore politico

Poi lo so anche io, da comune cittadino, che se gli è mancato il terreno sotto i piedi è perchè, magari, non ha assecondato le richieste di questo o di quel costruttore (il cui "braccio armato" è politico) per il maledetto piano urbanistico e il mattone (unica fonte di reddito per gli speculatori locali). E questa potrebbe essere persino una nota a suo favore.

Ma poteva non saperlo il giorno della stipula del "patto per la città"?

Su andiamo non scherziamo.

Un uomo della sua "statura morale" (tralasciando per puro garantismo i processi penali in cui è implicato) porta comunque con se il peso e la responsabilità per una gestione effettiva del potere in contrasto con gli intenti manifestati a più riprese dai palchi, dai comunicati stampa e in ogni occasione in cui abbia potuto parlare alla città, sia pur sempre in maniera forbita e dotta.

La cultura non è condizione necessaria e sufficiente per governare una città.
L'onestà e il rispetto della legalità, si.

Un saluto (non romano, anche se so che lo apprezzerebbe sicuramente) al sindaco uscente, non mi mancherà nè lo rimpiangerò...

...anche se sospetto che chi lo sostituirà non sarà affatto da meno (ma chi vivrà vedrà)

La mia sensazione è che bisogna scardinare un sistema corrotto e colluso che gestisce la politica "per" gli affari.
E nulla ha potuto, inquesto senso, un Sindaco ritenuto carismatico e capace dai più, pur avendo manifestato di volerlo fare.
Vorrà dire che lo sforzo dovrà venire da altre componenti:
prime fra tutte LA TRASPARENZA E LA PARTECIPAZIONE COLLETTIVA.

Matera non ha bisogno di un Sindaco o un traghettatore d'anime illuminato quanto si voglia.

Ha solo bisogno che le persone oneste si facciano carico di un progetto di rivoluzione culturale, a prescindere dall'appartenenza a questo o a quello schieramento politico.

Riappropriamoci della politica e ridiamole dignità attraverso l'etica e la legalità.

sabato 3 ottobre 2009

Scudo fiscale...vergogna di stato

La legge approvata è indegna, mortifica e umilia i comuni cittadini che pagano le tasse e si guadagnano il pane con il sudore della fronte.
L'anonimato, la "tangente" del 5%...è così indegna che in uno Stato di diritto sarebbe impossibile persino che venisse discussa in parlamento.

Ma noi siamo il paese delle banane, delle ministre veline, della corruzione istituzionalizzata, della giustizia manipolata e via dicendo

Non ci si stupisce più di nulla.

E pensare che si poteva quanto meno infliggere alla maggioranza promotrice del provvedimento una SCONFITTA MORALE respingendolo stesso...si poteva, già.
E perchè non è stato così?
Perchè a fronte di 270 votanti a favore ve ne erano 250 contrari E 30 ASSENTI nelle file della maggioranza (e altrettanti nell'opposizione, a dire il vero)

chi sono?
eccoli

Pd (22)
Ileana Argentin,Paola Binetti, Gino Bucchino, Angelo Capodicasa, Enzo Carra, Lucia Coldurelli, Stefano Esposito, Giuseppe Fioroni, Antonio Gaglioni, Dario Ginefra, Oriano Giovanelli, Gero Grassi, Antonio La Forgia, Linda Lanzillotta, Marianna Madia, Margherita Mastromauro, Giovanna Melandri, Lapo Pistelli, Massimo Pompili, Fabio Porta, Giamomo Portas e Sergio D’Antoni.

Udc (6)
Francesco Bosi, Amedeo Ciccanti, Giuseppe Drago, Mauro Libè, Michele Pisacane e Salvatore Ruggeri.

Idv (1)
Aurelio Misiti.


c'è persino la mia amica Binetti, forse impegnata a dare una mano di minio al suo cilicio per non farlo arruginire...ma questa è un'altra storia

e oltre il danno la beffa

Giorgio Napolitano può rimandare il provvedimento alle camere qualora ravvisi elementi di incostituzionalità e coerenza dello stesso...PUO' ma non lo fa.
E perchè non lo fa: PERCHE' AFFERMA SIA INUTILE! TANTO POI LO RIVOTANO!

ecco il video


che vergogna, che vergogna

è una farsa, svegliatemi, è il peggior incubo che io abbia mai vissuto