lunedì 15 novembre 2010

La Panchina /2

A questo posto occorre una spolverata...trovo sempre meno il tempo di aggiornare, pensare e curare il mio blog ma questo post giace nel mio cassetto da troppo tempo ormai ed è giunto il momento di pubblicarlo. Ora, fantomatici lettori del mio diario personale, non aspettatevi nulla di che dal post, nessuna rivelazione, nessun tono polemico o giustificazione per la mia assenza...è solo un post per riprendere a parlar della mia visione del mondo su questo spazio digitale.

LA PANCHINA parte 2

Michele: Ehi Francè…tuttappò? Che facciamo stasera?

Francesco: Michè…che vuoi fare? Non c’è niente da fare! Come sempre!

Michele: Perché? Non possiamo riunirci con gli altri e suoniamo nella tua cantinetta?

Francesco: No Michè…l’ultima volta quel pesantone del terzo piano ha chiamato la polizia…non riusciva a prendere sonno…alle dieci!!!

Michele: Uffa, e allora? Andiamo ad Altamura? O al bowling a Metaponto?

Francesco: Vediamo che dicono gli altri ma non credo…ma tu hai la macchina stasera?

Michele: No, niente…mio padre non me la lascia…il mese scorso mi hanno tolto i punti col palloncino e s’è arrabbiato.

Francesco: e con i motorini?

Michele: Il mio è senza fanali, quello di Marco sta dal meccanico, lo sta trasformando in una bomba Francè! Se senti il casino che fa la marmitta…quando arriva te ne accorgi da 5 chilometri.

Francesco: Quel pazzo…e se lo fermano?

Michele: Non lo fermano…quello se ne scappa…c’ha la targa che non si legge…e poi se lo fermano chiama allo zio, si fa strappare la multa e ridare il motorino…e mo lo freghi a Marco.

Francesco: Vabbè..comunque anche volendo non ho nemmeno i soldi per la benzina…rimaniamo qua?

Michele: E vabbù..ma dove andiamo?

Francesco: In mezzo al corso che c’è stasera?

Michele: Lo struscio! Come ieri sera! Anzi, ti svelo un segreto: ci sarà anche domani sera.

Francesco: Non sapevo avessi la sfera di cristallo! E per i Sassi?

Michele: Ho sentito che stasera organizzano una visita guidata nel più bel parcheggio a cielo aperto d’Italia.

Francesco: Ah ah ah! Che bordello laggiù…

Michele: E quindi?

Francesco: E che ne so…ce ne andiamo al parco sopra al cimitero vecchio.

Michele: Oh…di nuovo…che pizza.

Francesco: E che vuoi fare? Almeno là ci stiamo tranquilli, non ci vede nessuno e passiamo la serata.

Michele: Ma io mi rompo…Non c’è nemmeno una femmina… Ma almeno compriamo qualcosa?

Francesco. E si…mo vediamo…mettiamo un euro a testa e ci compriamo una bottiglia dal discount.

Michele: Vabbù, che ti devo dire…chiamo Angioletto e gli faccio portare un po’ di fumo?

Francesco: Dobbiamo mettere un altro euro a testa quindi?

Michele: Si dai. Anzi…due patatine non le vogliamo comprare?

Francesco: Oh…mo non esageriamo…io so’ figlio di cassintegrato…

Michele: E mica ti ho detto 100 euro!?!?

Francesco: Vabbù…è andata. Avvisa gli altri! E mangia a casa, così ti fai il “tappo”.

Michele: Ma pensa a te…io lo reggo l’alcool!

Francesco: Si…sono le panchine e le altalene che non reggono te!

Michele: Perché a te invece? L’altra volta un lampione e una panchina hai spaccato!

Francesco: Chi io? Non me lo ricordo…

Michele: E lo so che non te lo ricordi…non ti ricordi nemmeno che hai vomitato l’impossibile…

Francesco: Infatti…non mi ricordo niente…mi ricordo solo il cerchio alla testa che mi è venuto la mattina dopo.

Michele: ah ah ah…a più tardi baccalà.

La noia, il disinteresse e l’inciviltà si alimentano con l’immobilismo e l’assenza di spazi aggregativi e sociali. I nostri ragazzi, i nostri figli, vivono e si muovono in un ambiente che non permette loro di esprimere e coltivare le loro passioni. Si ritagliano così i propri spazi di libertà e sfogano una vitalità e un’aggressività repressa contro loro stessi e contro le cose.

Una buona amministrazione comunale dovrebbe avere a cuore le esigenze degli “uomini di domani”.

Dovrebbe adoperarsi per prevenire i comportamenti devianti e non solo inseguire e perseguirne i fantomatici artefici.

Una città “piatta” è una città decadente.

In una città decadente proliferano ignoranza e delinquenza. Basterebbe poco per ovviare a tutto ciò: un centro sociale, un festival di musica dal vivo giovanile, una buona gestione degli spazi pubblici, una campagna di sensibilizzazione.

Ma occorrerebbe anche un’attenzione maniacale nella riparazione delle devastazioni, nella cura dell’arredo urbano e nella custodia del patrimonio pubblico per non lasciare intendere che il disordine e il degrado sono in linea di massima tollerati.

Non lo dico io ma lo dicono studi sociologici internazionali (ad es. Teoria della finestra rotta – James Q. Wilson e George Kelling – 1982).

Non basta inveire e proibire. A meno che non si voglia solo fare propaganda.

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